Ci siamo quasi: il 24 ottobre esce il mio libro (per Castelvecchi nella collana Rx) su Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle. Per adesso ecco la copertina e il testo della quarta, presto altre anticipazioni. Costerà 16 euro per duecento pagine a cavallo tra inchiesta, analisi e racconto sociale.
Crisi globale, impoverimento democratico e svuotamento della funzione dei partiti tradizionali: sono le condizioni dentro le quali si sviluppa il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Uno strano animale anfibio, che affonda il suo corpo – in maniera contraddittoria eppure terribilmente efficace – nel linguaggio della televisione, dal quale proviene il suo leader, e nella sfera della rete telematica, nella quale si muovono, lavorano e si riproducono i nuovi elettori. Per comprendere l’ideologia di riferimento del comico genovese bisogna infatti partire dai due uomini che lo hanno segnato: il patron di Striscia la notizia Antonio Ricci, autore televisivo che ha portato un tg satirico ad avere più ascolti dei tg ufficiali, e il guru telematico Gianroberto Casaleggio, manager visionario che ha convertito Grillo al culto del web. E proprio nel massiccio utilizzo della rete che si fonda quella che i grillini stessi chiamano «una nuova forma di democrazia».
Alla luce del terremoto politico che ha portato il Movimento 5 Stelle a conquistare diverse «poltrone» è necessario dunque capire quali proposte porti avanti questo temuto nuovo soggetto politico, quali interessi difenda davvero e chi al suo interno prenda le decisioni che contano. Decisioni che cominciano già a creare qualche frizione interna.
Con il piglio analitico del saggio, lo sguardo profondo dell’inchiesta e la struttura narrativa del reportage giornalistico, questo è il primo libro che indaga il successo dell’antipartito fondato da Beppe Grillo, svelandone i meccanismi di comunicazione e i codici linguistici che l’hanno portato alla ribalta. Un testo che spiega come, al tempo stesso, il grillismo possa essere classificato sotto la forma – ambivalente e complessa, protestataria eppure rassicurante – di «populismo digitale», rappresentando non una soluzione ma l’ennesima mutazione genetica dei mali che da anni affliggono il sistema democratico.
Giuliano Santoro è giornalista, si occupa di politica, cultura e società. Dopo aver lavorato per dieci anni al settimanale «Carta», collabora con quotidiani e riviste e cura un blog sul sito di «Micromega». È coautore del saggio L’alba degli zombie (Gargoyle, 2011) e ha pubblicato Su due piedi (Rubbettino, 2012), un racconto-inchiesta sulla Calabria scritto dopo aver percorso il territorio della regione a piedi per un mese. Il suo sito personale è www.suduepiedi.net.
Sullo stesso tema, e a parziale anticipazione dei temi del volume, puoi leggere questo.
Pingback: Bologna, la scuola pubblica, la suicidarietà della sinistra | Giap
Pingback: COSTRUIRE IL POPOLO, ANALISI DI UN ‘GRILLO QUALUNQUE’ « M4S