Via degli Zingari. A Roberto Perciballi

robertoE’ morto Roberto Perciballi, cerimoniere del punk romano, performer, artista contemporaneo. Potremmo dire che la musica dei Bloody Riot mescolava l’energia dei Motorhead e l’adrenalina di questo Henry Rollins de noantri, ma non servirebbe a spiegare. Io non ho mai visto qualcuno gettarsi all’indietro da una pila di quattro casse, senza rete. Gli avevamo dedicato una voce nella Guida alla Roma Ribelle. Ciao Robe’.

Risalendo da Piazza della Madonna dei Monti e attraversando via del Boschetto imboccherete via degli Zingari. È qui che affluivano molte delle carovane di nomadi che arrivavano a Roma nel Seicento. Adesso questa strada è stata scelta per ospitare la targa che ricorda rom, sinti e camminanti sterminati nei lager e troppo spesso dimenticati dalle celebrazioni ufficiali delle vittime dello sterminio nazifascista.

Continuando a calpestare i sampietrini della strada degli Zingari, si arriva alla piazzetta che porta lo stesso nome. A destra si scende verso via Urbana, a sinistra si prosegue lungo via dei Capocci. In mezzo al bivio c’è un muretto di mattoni rivestito da un lastrone di travertino. È qui che all’inizio degli anni Ottanta si incontrava un gruppo di adolescenti affascinati dalla sottocultura punk che proveniva da New York e Londra. Ed è qui, su questo muretto, che Roberto Perciballi fondò i Bloody Riot, prima formazione punk romana ad incidere un disco (il “45 giri” omonimo con quattro brani: la programmatica “Bloody Riot”, l’estrema “Contro lo Stato”, l’inno contro ogni dipendenza “No Eroina” e la trascinante “Naja De Merda”, contro il servizio militare all’epoca obbligatorio).

I Bloody Riot cominciarono a suonare al Uonna Club, sulla via Cassia, poi si spostarono al Forte Prenestino e nei centri sociali occupati di tutta Italia, portando in giro un’originale e grezzissimo mix di punkrock, hardcore, sfrontatezza romana e ribellione di strada.

I gruppi della scena punk italiana dell’epoca erano fortemente politicizzati ma anche dediti a un rigido rispetto dell’ideologia anarco-pacifista-vegana, i Bloody Riot al contrario ostentavano con il consueto mix di ironia e strafottenza il loro essere “coatti” di strada, ostili ad ogni potere e nemici delle convenzioni, anche di quelle che circolavano nei movimenti sociali e controculturali. Ciò gli comportò non pochi problemi ma li consegnò anche al mito underground della storia di strada di questa città.

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3 Responses to Via degli Zingari. A Roberto Perciballi

  1. massimo dicono:

    per cortesia, sapete qualcosa sui funerali di Roberto?

    • Zio Sam dicono:

      Su facebook c’è scritto: “per chi volesse salutare Roberto Perciballi, domani 21 Marzo ci saranno i funerali alle 15.15 nella chiesa di Santa Croce a Veroli (Frosinone) all’inizio del paese, se potete diffondete”

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